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Il Palazzo Reale di Napoli



Una bella tappa per passeggiate estive e primaverili è il Palazzo Reale di Napoli. Splendido palazzo usato dai Borboni durante il Regno delle due Sicilie, si trova di fronte a Piazza del Plebiscito. E' davvero molto grande, nel cuore vivo e pulsante della città ed è sia meraviglioso all'esterno che all'interno.
Ecco le informazioni tratte dal sito della Soprintendenza:

La spendida costruzione - reggia "grandissima, ricca e maestosa" la dicono le targhe marmoreee in facciata (1602) - fu innalzata a partire dal 1600 per una delle capitali più grandi e popolose dell'impero spagnolo. Il palazzo, abitato prima dai Vicerè spagnoli (fino al 1707) e austriaci (fino al 1734), poi dai Borbone (fino al 1860), infine dai Savoia (fino al 1946), è stato centro e immagine del potere, nonchè snodo delle vicende storiche di Napoli e del Mezzogiorno per quasi quattro secoli.
Il progetto di un nuovo Palazzo Reale per Napoli fu affidato dal Vicerè Fernando Ruiz de Castro, conte di Lemos, all'architetto Domenico Fontana (1543-1607), tra i più famosi architetti del tempo, disegnatore della Roma di Sisto V.

L'originario corpo quadrato fu ampliato un secolo dopo con il "Braccio Nuovo" voluto da Carlo di Borbone, un corpo a "L" innestato alle spalle della Cappella Palatina e proteso verso il Castel Nuovo. Nell'ottocento, dopo un incendio (1837), Ferdinando II di Borbone (1838-58) comandò radicali lavori di sistemazione del Palazzo. I restauri (1838-58) condotti dall'architetto Gaetano Genovese (1795-1860), ampliarono e regolarizzarono, senza stravolgerla, l'antica fabbrica, conferendole un'impronta architettonica unitaria e coerente dominata da esigenze di simmetria e impostata sulla riproposizione dei ritmi del Fontana. In quegl'anni venne ridecorata l’ Ala delle Feste e nacque una nuova facciata verso il mare solennizzata da un alto basamento di bugnato e da una svelta torretta-belvedere centrale. Sul lato di Piazza Trieste e Trento, fu abbattuto il Palazzo Vecchio di don Pedro di Toledo e impostata una nuova piccola facciata ad angolo con il Teatro S.Carlo.

E' interamente del Fontana la lunghissima facciata manierista (quasi 170 m). Le arcate del pian terrreno erano inizialmente tutte aperte. Nel 1754 - ad opera del Vanvitelli - se ne dovettero chiudere otto per esigenze di stabilità strutturale. A fine Ottocento le corrispondenti nicchie esterne furono occupate da gigantesche statue di Re di Napoli, i primi delle rispettive dinastie (Ruggero di Normanno, Federico II di Svevia, Carlo I d'Angiò, Alfonso I d'Aragona, Carlo V d'Asburgo, Carlo III di Borbone, Gioacchino Murat, Vittorio Emanuele II di Savoia). Al centro della facciata risaltano gli stemmi reali e vicereali; sotto il balcone di parata è invece lo stemma dei Savoia. Le garitte sono dell'inizio del Settecento.

Entrati nel palazzo si accede al Cortile d'Onore che conserva intatta l'impronta architettonica fontaniana. Di fronte è una fontana con la Fortuna, opera dello scultore Giuseppe Canard del 1742. A sinistra si va verso i Giardini Reali. A destra verso il Cortile delle Carrozze (con al centro un elegante abbeveratoio per cavalli) ed il Cortile del Belvedere.

Ma una delle cose più interessanti e divertenti è ammirare le statue all'esterno, quelle dei Re di Napoli, che si trovano sulla facciata che dà sulla piazza e su cui i napoletani hanno creato una divertente storiella, la conoscete? E' come se queste statue iniziassero a parlare per chiarire un evento a dir poco disdicevole per la piazza:


"Chi ha fatto pipì per terra?" chiede Carlo V d’Asburgo
"Io non lo so" rispsonde Carlo III di Borbone
"Sono stato io, allora?" ammette Murat
"E allora te lo tagliamo" sentenzia Vittorio Emanuele II con la spada sguainata.

Non ci credete? Date un occhio alle statue...

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